Working in an international team makes you to appreciate the richness of cultural diversity

LEONARDO LARI

FROM ITALY TO ENGLAND

My name is Leonardo Lari. I obtained a degree in physics from the University of Florence in 2005. Since then I have been working as researcher in England, first doing a PhD in Liverpool, then a post-Doc in Sheffield and now York. My field of research is electron microscopy applied to nanotechnology and material science. Nanotechnology has a large number of applications ranging from medicine to catalysis. For instance, in 2014 the Nobel Prize has been recognized to the three Japanese colleagues Isamu Akasaki, Hiroshi Amano and Shuji Nakamura for their studies that led to white light LED, which are widely used in everyday technology and allow great energy savings. I had the pleasure to participate to this research field during my PhD studies by studying gallium nitrides, the materials for LEDs.
I always had a passion for science since I was a child. After my physics degree I decided to do an international experience and I applied for a PhD to several universities. I received two offers from the universities of Dublin and Liverpool. I then accepted the one from Liverpool, a Marie Curie Fellowship, for the interesting research subject and great employment conditions. So I started my adventure in UK, a Country that invests a lot on research, especially on applied research. The university researcher here is a recognized profession with many career opportunities in academia and industry. I have now been working in academia for 10 years. I have the privilege of working with state-of-the-art instrumentation and inspiring colleagues.
I feel I can give a contribution to my research field e this gives me a great satisfaction!
The Marie Curie fellowship allowed me to start my research career. I became part of an international research team, and I was later able to present worldwide the results. That experience thought me a lot from both the professional and personal point of view. Working in an international team makes you to appreciate the richness of cultural diversity, to really feel a citizen of Europe and of the world.
Sometime I ask myself what has become for me “my Country”: I’m Italian but I live in England since a long time. I am proud to be Italian, although, like many of us, I don’t like some aspects of our culture. The distance makes you see things from a different point of view, you learn to appreciate some aspects of your own culture and abandon some habits. I’m happy to live in England that offers me an interesting job, a good lifestyle and future perspectives, although I cannot completely recognise myself in this culture. I feel “my Country” is becoming Europe, in recent years, thanks to frequent missions outside our continent, in America and in Japan, I felt really on my skin the meaning of being European. There are many things that unite us in Europe, and we all belong, even with cultural differences from one Country to another: our historical origins, so ancient, unique, are a true patrimony for the humanity.
I have to say that my family strongly believed in me and in the value of education. They always encourage me to follow my own path. I will always be grateful to the European Union who gave me this mind opening opportunity.

 

Sono Leonardo Lari, mi sono laureato in fisica all’Università di Firenze nel 2005. Da allora lavoro come scienziato nel Regno Unito. La mia carriera accademica anglosassone mi ha visto dottorando all’Università di Liverpool, poi ricercatore con un post-dottorato all’Università di Sheffield ed adesso scienziato applicato all’Università di York. Il mio campo di ricerca è la microscopia elettronica applicata ai materiali e alle nanotecnologie. E’ un settore innovativo con numerose applicazioni che vanno dalla medicina ai catalizzatori, basti pensare che nel 2014 è stato riconosciuto il premio Nobel proprio ai tre colleghi giapponesi Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura i cui studi hanno portato ai LED a luci bianche, che vengono utilizzati ampiamente nella tecnologia di uso quotidiano e che permettono un alto risparmio energetico. Io ho avuto il piacere di partecipare a questo filone di ricerca iniziando proprio con lo studio del nitruro di gallio, il materiale base per i LED. Ho sempre avuto passione per la scienza fin da piccolo. Una volta ottenuta la laurea ho deciso di fare un’esperienza internazionale. Ho inviato la domanda di dottorato a diversi atenei in Europa ottenendo due offerte da due Università, Liverpool e Dublino. Ho accettato la prima, una borsa Marie Curie, attratto dal soggetto di studio del dottorato che mi veniva proposto e le ottime condizioni di impiego. E’ così iniziata la mia avventura accademica in Inghilterra, un paese che investe molto sulla ricerca, soprattutto in quella applicata. Qui la figura del ricercatore, è una figura professionale a tutti gli effetti con eccellenti opportunità di carriera sia nell’università che nell’industria. Ad oggi sono dieci anni che lavoro in ambito accademico. Ho il privilegio di lavorare con strumentazioni all’avanguardia e colleghi formidabili. Sento di poter dare il mio contributo nel mio campo di ricerca, e questo mi da una grande soddisfazione!
Grazie alla borsa di studio Marie Curie ho potuto iniziare il mio percorso di attività di ricerca. Sono entrato a far parte di un team internazionale e in seguito ho potuto presentare i risultati delle ricerche in diversi paesi. Posso affermare di aver imparato molto sia dal lato professionale che dal lato umano. Lavorare in équipes internazionali ti fa apprezzare la ricchezza della diversità culturale, ti fa sentire veramente cittadino europeo e del mondo.
A volte mi chiedo cosa sia diventato per me il “mio paese” visto che sono italiano ma vivo in Inghilterra da tanto tempo. Sono orgoglioso di essere Italiano, anche se, come tanti, di certi aspetti del mio paese non ne vado fiero. La lontananza ti fa vedere le cose da punti di vista differenti, si imparano ad apprezzare certi aspetti della propria cultura e abbandonarne altri. Allo stesso modo sono contento di vivere in Inghilterra che mi offre un lavoro interessante, un buono stile di vita, buone prospettive future, ma non posso identificarmi con la cultura anglosassone. Sento che il “mio paese” stia diventando l’Europa. In questi anni, anche grazie a frequenti missioni fuori dal nostro continente come in America ed in Giappone, ho percepito sulla mia pelle di essere Europeo. Nonostante ogni paese abbia le proprie caratteristiche che lo identifica dagli altri, sono molte le cose che ci uniscono in Europa e tutte ci appartengono, le nostre origini storiche, così antiche, uniche, sono un vero patrimonio dell’umanità.
Devo dire che la mia famiglia ha creduto molto in me e nel valore dell’istruzione, incoraggiandomi a intraprendere la mia strada, ovunque mi avesse portato. Sarò sempre grato alla Comunità Europea che con l’iniziativa Marie Curie RTN mi ha lanciato in un cammino cosi intellettualmente stimolante.